martedì 29 settembre 2009

127 - I PRIMI CRISTIANI

Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere (At 2,42)
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Eran asiduos a la enseñanza de los apóstoles, a la convivencia fraterna, a la fracción del pan y a las oraciones. (Hc. 2,42)

sabato 26 settembre 2009

126 - 26^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - 27 Settembre 2009

+ Dal Vangelo secondo Marco (Mc 9,38-43.45.47-48)
In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi. Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa. Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue».
Parola del Signore
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Commento alle letture
Le letture che oggi vengono proposte alla nostra meditazione e preghiera, nel loro significato, ci toccano da vicino e sono argomenti di attualità nella situazione globale della società umana. Il Vangelo di Marco ci narra due episodi. Nella prima scena, Giovanni chiede a Gesù di impedire quel tale che faceva l'esorcista - guaritore. Invece nella prima lettura, il giovane Giosuè si irrita perché, due semplici ebrei avevano ricevuto il dono dello Spirito e pretende da Mosè subito un intervento di censura. La risposta di Gesù a Giovanni riguardo all'esorcista estraneo si ispira a grande tolleranza ed è identico all'atteggiamento assunto da Mosè nei confronti di Eldad e Medad durante l'esodo (Nm. 11,24-30). Mosè e Gesù invitano il discepolo alla tolleranza, alla bontà e all'accoglienza. Mosè non è qui un leader che monopolizza il prestigio o il potere: egli intende comunicare il dono di Dio che è in lui anche ad altri, e cosi lo vede moltiplicato.Gesù dice che chi fa il bene con cuore sincero appartiene alla comunità dei credenti in Lui. Tutti coloro che non scelgono il male, ma si consacrano al bene e alla promozione umana e spirituale dell'Uomo, qualunque sia la loro appartenenza e colore, sono di per sé al fianco di Gesù.Certamente un discepolo autentico si rallegrerebbe per il bene che si trova in ogni persona, in ogni cultura e religioni e dimostrerà rispetto per il seme di verità dispersa nelle varie fedi e filosofie. Gli anziani (nella prima lettura) con lo Spirito testimoniano che Dio è presente in mezzo al popolo in cammino e che li guida attraverso il medesimo Spirito. Il caso di Eldad e Medad rivela che il dono di Dio è generoso, libero da condizionamenti umani, fa più di quanto ha promesso e di quanto ci si attende. San Paolo dice che non per le opere della Legge riceviamo lo Spirito ma per aver ascoltato la Parola della fede (Gal 3,2). Nel secondo episodio Gesù ammonisce i discepoli a non scandalizzare i "piccoli" cioè i fratelli immaturi nella fede allontanandoli dal Vangelo con una condotta scorretta e un comportamento senza criterio. Questi duri imperativi (“se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala”....) pronunciata da Gesù nel presente contesto costituiscono un invito ai discepoli a un atteggiamento ispirato all'umiltà, alla comprensione e al sacrificio per evitare lo scandalo. Dice il Papa nell’ Enciclica Caritas in Veritate: "Amare qualcuno è volere il suo bene e adoperarsi efficacemente per esso. L'azione dell'uomo sulla terra, quando è ispirata e sostenuta dalla Carità, contribuisce per l'edificazione di quella universale città di Dio verso cui avanza la storia della famiglia umana. In una società in via di globalizzazione, il bene comune e l'impegno per esso non possono non assumere le dimensioni dell'intera famiglia umana, vale a dire della comunità dei popoli e delle Nazioni, così da dare forma di unità e di pace alla città dell'uomo, e renderla in qualche misura anticipazione prefiguratrice della città senza barriere di Dio (n. 7). La seconda lettura tratta dalla lettera di Giacomo, tocca i problemi scottanti di oggi: l'ingiustizia, la corruzione e lo spreco. Come non pensare all'attuale crisi economica mondiale? La giustizia verso il povero è davvero la "misura di protezione" (Lv. 19). Se funziona la giustizia nella famiglia umana non c'è bisogno di inventare armi sofisticate o leggi strane per la sicurezza dei cittadini. Il Vangelo ci insegna che Dio si nasconde nel povero e nello straniero. Quindi ci invita non a cercare nuove "autodifese" ma una nuova 'culturà dove regna la giustizia e il perdono. Le letture che abbiamo ascoltato ci invitano quindi ad assumere con realismo la nostra responsabilità sia singolare che collettiva per ripartire dai veri valori per un futuro migliore. Davvero ci servono uomini PROFETI, uomini “toccati da Dio” che ci aiutino a tirarci fuori dalla fossa dell'egoismo. Volesse il Signore dare a tutti il Suo Spirito!

venerdì 25 settembre 2009

125 - SORGENTE DELLA VITA

E' in te la sorgente della vita, alla tua luce vediamo la luce (Sal 35, 10)
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En ti se halla la fuente de la vida, y es por tu luz que vemos la luz. (Sal 35,10)

sabato 19 settembre 2009

124 - 25^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - 20 Settembre 2009

+ Dal Vangelo secondo Marco (Mc 9,30-37)
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti». E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato». Parola del Signore
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Commento alle letture
Il messaggio del vangelo sollecita a camminare speditamente verso Gerusalemme e a capire chi sia veramente grande. I discepoli sentono il peso della loro umanità che blocca o spinge a fare ciò che è comune e facilmente accettabile. Gesù orienta verso nuovi orizzonti, con una parola forte e suadente e, soprattutto, con l'esempio della sua vita (vangelo).
La vita di tanti giusti, bistrattati dall'arroganza dei malvagi, sembra un fallimento, se guardata con i semplici occhi del tempo. Con la misura dell'eternità, quella stessa vita assume tutt'altro spessore, perchè fiorisce in quel Dio che assicura succeso pieno e duraturo (prima lettura).
La vita è sempre una scelta in bilico tra una sapienza umana e una divina. I risultati sono ben diversi: se è una sapienza umana, i frutti saranno quelli amari del rancore e della discordia; se invece è una sapienza divina, regnerà la pace e i frutti saranno di tutt'altro sapore (seconda lettura).

venerdì 18 settembre 2009

123 - NON INVIDIARE I MALFATTORI

Non adirarti contro gli empi, non invidiare i malfattori. Come fieno presto appassiranno, cadranno come erba del prato. (Sal 36,1-2)
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No te acalores pensando en los malos ni envidies a los que cometen maldad.
Muy pronto se marchitarán como la hierba, se secarán como el verdor de los prados. (Sal 36,1-2)

giovedì 17 settembre 2009

122 - SALMO 27

Guida: Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?
Se contro di me si accampa un esercito,
il mio cuore non teme;
se contro di me si scatena una guerra,
anche allora ho fiducia.

T. Una cosa ho chiesto al Signore,
questa sola io cerco:
abitare nella casa del Signore
tutti i giorni della mia vita,
per contemplare la bellezza del Signore
e ammirare il suo santuario.

Guida: il mio cuore ripete il tuo invito:
"Cercate il mio volto!".
il tuo volto, Signore, io cerco.
Non nascondermi il tuo volto.
Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi,
non abbandonarmi, Dio della mia salvezza.
sono certo di contemplare
la bontà del Signore nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo,
T. come era nel principio ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen


Riflessiore
Il Salmo 27 è un Salmo di fiducia. Nella Bibbia il tema della fiducia attraversa tutti i 150 Salmi, alcuni in modo particolare. In genere questi Salmi si riconoscono perché contengono parole come
“confidare, rifugiarsi, fidarsi”, e perché in essi Dio è descritto come un “luogo sicuro”, una “casa” dove stare al “riparo” quando si ha paura, una “roccia che protegge”.
Davide in questo Salmo racconta l’esperienza della protezione di Dio. Davide non è valoroso e coraggioso perché non ha mai paura. Davide semplicemente sa che di Dio ci si può fidare perché,
soprattutto nel momento del pericolo e della minaccia dei nemici, Dio viene in aiuto. Basta chiedere e saperlo riconoscere. La fiducia rende umili, perché ci porta ad ammettere di avere bisogno di qualcun altro più grande di noi per affrontare i nostri problemi.

E io.. . di chi ho fiducia?
Nelle varie situazioni della mia vita penso di poter fare da solo o mi affido a qualcuno?
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domenica 13 settembre 2009

121 - PARLARE APERTAMENTE E SENZA TIMORE



Ricordiamo le parole che Gesù stesso rivolse ai suoi primi discepoli: «Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio predicatelo sui tetti. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l’anima e il corpo nella Geenna.» (Mt 10, 27-28). Nel segreto del nostro cuore abbiamo ascoltato la verità di Gesù. Ora dobbiamo proclamare quella verità dai tetti.
(padre Danilo)
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venerdì 11 settembre 2009

120 - 24^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - 13 Sttembre 2009

+ Dal Vangelo secondo Marco (Mc 8,27-35)
In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti». Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno. E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto, ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini». Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà». Parola del Signore
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Presentazione alle letture
- Com’è la nostra fede?
- Crediamo veramente in Cristo?
- Chi è lui per noi?
- E voi, chi dite che io sia?
Abbiamo bisogno di irrobustire la nostra fede per comprendere e accettare che Gesù è il Dio della croce, che propone anche a noi questo cammino di morte e risurrezione se vogliamo essere suoi discepoli.
Prima lettura: Il libro del profeta Isaia presenta una figura misteriosa che è solitamente chiamata «il servo di Jahvé». È un personaggio che ripone totale fiducia in Dio, anche se deve subire grandi sofferenze. La tradizione cristiana vede in questa figura una prefigurazione di Gesù, il giusto innocente che sarà ucciso.
Seconda lettura: Siamo salvati per la fede oppure per le opere? La pagina biblica, tratta dalla lettera di Giacomo, supera questa opposizione e dà una risposta chiara.
Vangelo: Prima di salire a Gerusalemme per compiere la sua missione, Gesù vuole verificare che i suoi discepoli abbiano compreso veramente chi è lui. Ma è proprio difficile accettare che il Figlio di Dio debba camminare nella via della croce!

mercoledì 9 settembre 2009

119 - HA DATO SE STESSO PER ME

Mi ha amato, ha dato se stesso per me
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Chi passa per la città di Brescia, non potrà non essere colpito nel vedere questo cartello appeso sulla impalcatura di una costruzione. Questo cartello raffigura Gesù Cristo e con una grande scritta: MI HA AMATO E HA DATO SE STESSO PER ME. Anch’io sono incuriosito da questo manifesto e mi informo di chi ha avuto questa idea, purtroppo non conosco l’autore. Mi dicono che sia un prete che ha pensato di servirsi, anche dei mezzi pubblicitari, per dire ad ogni persona che Dio è Amore, un invito chiaro a guardare a Cristo come Salvatore del mondo e come colui che ha dato la sua vita per tutti noi. Questo messaggio comunica speranza, gioia, dà la forza di superare il pessimismo e la mancanza di senso. Tra i mille messaggi pubblicitari, tra gli oroscopi del nulla, tra le promesse che non trovano risposte, ecco un messaggio di grande valore: DIO CI AMA!
(padre Danilo)

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sabato 5 settembre 2009

118 - 23^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - 06 Settembre 2009

+ Dal Vangelo secondo Marco (Mc 7,31-37)
In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!». Parola del Signore
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Presentazione alle letture
Questa domenica ascoltiamo un annuncio di liberazione: con la guarigione del sordomuto Gesù prende su di sé le difficoltà di chi soffre, le tensioni di chi è bloccato dai problemi che la vita riserva, lo scoraggiamento di chi non trova una speranza. Forse siamo anche noi il sordomuto del vangelo: mettiamo davanti al Signore, tutto ciò che siamo e tutto ciò che abbiamo, gioie e sofferenze, progetti e preoccupazioni. E il Signore guarirà le ferite e farà crescere i propositi di bene.
Prima lettura: Agli ebrei deportati in Babilonia, scoraggiati perché lontani dalla patria, da Gerusalemme e dal tempio, il profeta proclama un annuncio di incoraggiamento per la liberazione che Dio compirà.
Seconda lettura: La lettera di Giacomo è molto pratica e concreta. Con un esempio tratto dalla vita della comunità, l’apostolo invita a un atteggiamento fraterno che eviti ogni differenza tra le persone.
Vangelo: Talvolta nel vangelo, scritto in greco, sono riportate parole in ebraico o in aramaico, il dialetto parlato da Gesù. Nella lettura di oggi sentiremo la parola aramaica “effatà”, che significa “apriti”. È la parola potente di Gesù che guarisce il sordomuto.
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La Parola pregata.
Dal Vangelo al dialogo con Dio.
Ascoltare e parlare:
due verbi, Gesù, che indicano
le due operazioni indispensabili
ad ogni relazione.
Ascoltare e parlare:
due verbi che hanno a che fare
in modo inevitabile
anche con la dinamica di fede.
L’uomo che ti hanno portato quel giorno
non poteva né ascoltare, né parlare,
e proprio per questo rimaneva tagliato fuori
dalla possibilità di comunicare,
di entrare in rapporto
con le persone che lo circondavano.
Non poteva neppure invocarti,
supplicarti perché tu lo guarissi
e lo tirassi fuori da una situazione
di disagio e di sofferenza.
Altri lo hanno fatto, dunque, a nome suo,
altri ti hanno rivolto una parola per lui.
Tu intervieni perché provi compassione
per il suo isolamento:
gli poni le dita negli orecchi,
con la saliva gli tocchi la lingua
e lo apri, gli restituisci la facoltà
di entrare in rapporto con gli altri.
Guarisci anche me, Gesù,
perché anch’io spesso sono bloccato,
chiuso in me stesso, nel mio egoismo,
incapace di intendere le invocazioni
che vengono dal mio prossimo,
impenetrabile anche alla tua voce,
al tuo messaggio.
(Roberto Laurita)
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mercoledì 2 settembre 2009

117 - VINO NUOVO

Nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri e si perdono vino e otri, ma vino nuovo in otri nuovi. (Mc 2,22)
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Y nadie echa vino nuevo en envases de cuero viejos, porque el vino haría reventar los envases y se echarían a perder el vino y los envases. ¡A vino nuevo, envases nuevos!» (Mc 2,22)
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Preghiamo
O Signore, credo in te, spero in te, scommetto su di te, perchè tu, attraverso l'ascolto della Parola, ci vuoi riempire del vino nuovo del tuo Spirito! Per Cristo nostro Signore. Amen
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