giovedì 31 dicembre 2009

174 - ANNO 2010

Ti benedica il Signore e ti protegga.
Il Signore faccia brillare il suo volto
su di te e ti sia propizio.
Il Signore rivolga su di te il suo volto
e ti conceda pace.
(Nm 6,24-26)
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¡Yavé te bendiga y te guarde!
¡Yavé haga resplandecer su rostro
sobre ti y te mire con buenos ojos!

¡Yavé vuelva hacia ti su rostro
y te dé la paz!
(Nm 6,24-26)
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BUON ANNO A TUTTI!

173 - 31 DICEMBRE


mercoledì 30 dicembre 2009

172 - LA PREGHIERA (2)

Per quanto possiamo parlarne,
tutte le nostre parole a proposito della preghiera
non potranno mai egualiare quel che
l'esperienza insegna.
La preghiera ha bisogno dell'esperienza.
Preghiera è essenzialmente
fare esperienza della Presenza divina.
Al di fuori di questa esperienza di Dio
non c'è preghiera.
(Matta el Meskin)

domenica 27 dicembre 2009

171 - VENITE E DISCUTIAMO

Su, venite e discutiamo, dice il Signore, anche se i vostri peccati fossero come lo scarlatto, diventeranno bianchi come la neve. (Is 1,18)
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Vengan, para que arreglemos cuentas. Aunque sus pecados sean colorados, quedarán blancos como la nieve; aunque sean rojos como púrpura, se volverán como lana blanca. (Is 1,18)

sabato 26 dicembre 2009

170 - SANTA FAMIGLIA DI GESÙ, MARIA E GIUSEPPE (ANNO C) - 27 Dicembre 2009

+ Dal Vangelo secondo Luca (Lc 2,41-52)
I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.
Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.
Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.
Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.
Parola del Signore

Dai «Discorsi» di Paolo VI, papa
(Discorso tenuto a Nazareth, 5 gennaio 1964)

L'esempio di Nazareth

La casa di Nazareth è la scuola dove si è iniziati a comprendere la vita di Gesù, cioè la scuola del Vangelo. Qui si impara ad osservare, ad ascoltare, a meditare, a penetrare il significato così profondo e così misterioso di questa manifestazione del Figlio di Dio tanto semplice, umile e bella. Forse anche impariamo, quasi senza accorgercene, ad imitare.
Qui impariamo il metodo che ci permetterà di conoscere chi è il Cristo. Qui scopriamo il bisogno di osservare il quadro del suo soggiorno in mezzo a noi: cioè i luoghi, i tempi, i costumi, il linguaggio, i sacri riti, tutto insomma ciò di cui Gesù si servì per manifestarsi al mondo.
Qui tutto ha una voce, tutto ha un significato. Qui, a questa scuola, certo comprendiamo perché dobbiamo tenere una disciplina spirituale, se vogliamo seguire la dottrina del Vangelo e diventare discepoli del Cristo. Oh! come volentieri vorremmo ritornare fanciulli e metterci a questa umile e sublime scuola di Nazareth! Quanto ardentemente desidereremmo di ricominciare, vicino a Maria, ad apprendere la vera scienza della vita e la superiore sapienza delle verità divine! Ma noi non siamo che di passaggio e ci è necessario deporre il desiderio di continuare a conoscere, in questa casa, la mai compiuta formazione all'intelligenza del Vangelo. Tuttavia non lasceremo questo luogo senza aver raccolto, quasi furtivamente, alcuni brevi ammonimenti dalla casa di Nazareth.
In primo luogo essa ci insegna il silenzio. Oh! se rinascesse in noi la stima del silenzio, atmosfera ammirabile ed indispensabile dello spirito: mentre siamo storditi da tanti frastuoni, rumori e voci clamorose nella esagitata e tumultuosa vita del nostro tempo. Oh! silenzio di Nazareth, insegnaci ad essere fermi nei buoni pensieri, intenti alla vita interiore, pronti a ben sentire le segrete ispirazioni di Dio e le esortazioni dei veri maestri. Insegnaci quanto importanti e necessari siano il lavoro di preparazione, lo studio, la meditazione, l'interiorità della vita, la preghiera, che Dio solo vede nel segreto.
Qui comprendiamo il modo di vivere in famiglia. Nazareth ci ricordi cos'è la famiglia, cos'è la comunione di amore, la sua bellezza austera e semplice, il suo carattere sacro ed inviolabile; ci faccia vedere com'è dolce ed insostituibile l'educazione in famiglia, ci insegni la sua funzione naturale nell'ordine sociale. Infine impariamo la lezione del lavoro. Oh! dimora di Nazareth, casa del Figlio del falegname! Qui soprattutto desideriamo comprendere e celebrare la legge, severa certo ma redentrice della fatica umana; qui nobilitare la dignità del lavoro in modo che sia sentita da tutti; ricordare sotto questo tetto che il lavoro non può essere fine a se stesso, ma che riceve la sua libertà ed eccellenza, non solamente da quello che si chiama valore economico, ma anche da ciò che lo volge al suo nobile fine; qui infine vogliamo salutare gli operai di tutto il mondo e mostrar loro il grande modello, il loro divino fratello, il profeta di tutte le giuste cause che li riguardano, cioè Cristo nostro Signore.

lunedì 21 dicembre 2009

169 - BUON NATALE


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BUON NATALE



a tutti
i lettori e visitatori
di questo blog


Gesù bambino nasce nel nostro cuore, nelle nostre famiglie ma soprattutto in coloro che soffrono e che sono soli, perchè sia di conforto e di speranza per ognuno. Accogliamo nella nostra vita Gesù Salvatore del mondo. La Pace sia con tutti voi. (padre Danilo)


BUON NATALE IN (QUASI) TUTTE LE LINGUE DEL MONDO


Italiano: BUON NATALE
Afrikaans: Gesëende Kersfees
Albanese:Gezur Krislinjden
Arabo: Idah Saidan Wa Sanah Jadidah
Armeno: Shenoraavor Nor Dari yev Pari Gaghand
Azerbaijan: Tezze Iliniz Yahsi Olsun
Bahasa (Malesia): Selamat Hari Natal
Basco: Zorionak eta Urte Berri On!
Bengali: Shuvo Naba Barsha
Boemo: Vesele Vanoce
Bretone: Nedeleg laouen na bloavezh mat
Bulgaro: Tchestita Koleda; Tchestito Rojdestvo Hristovo
Catalano: Bon Nadal i un Bon Any Nou!
Ceco: Prejeme Vam Vesele Vanoce a stastny Novy Rok
Choctaw (Nativi americani, Oklahoma): Yukpa, Nitak Hollo Chito
Cinese (Cantonese): Gun Tso Sun Tan'Gung Haw Sun
Cinese (Mandarino): Kung His Hsin Nien bing Chu Shen Tan
Cingalese: Subha nath thalak Vewa. Subha Aluth Awrudhak Vewa
Coreano: Sung Tan Chuk Ha
Croato: Sretan Bozic
Danese: Glædelig Jul
Eschimese (inupik): Jutdlime pivdluarit ukiortame pivdluaritlo!
Esperanto: Gajan Kristnaskon
Estone: Ruumsaid juuluphi
Farsi: Cristmas-e-shoma mobarak bashad
Fiammingo: Zalig Kerstfeest en Gelukkig nieuw jaar
Filippino: Maligayan Pasko!
Finlandese: Hyvaa joulua
Francese: Joyeux Noel
Frisone: Noflike Krystdagen en in protte Lok en Seine yn it Nije Jier!
Gaelico (Scozia): Nollaig chridheil huibh
Gaelico: Nollaig chridheil agus Bliadhna mhath ùr!
Gallese: Nadolig Llawen
Giapponese: Shinnen omedeto. Kurisumasu Omedeto
Greco: Kala Christouyenna!
Hamish Dutch (Pennsylvania): En frehlicher Grischtdaag un en hallich Nei Yaahr!
Hausa: Barka da Kirsimatikuma Barka da Sabuwar Shekara!
Hawaaiano: Mele Kalikimaka
Hindi: Shub Naya Baras
Indonesiano: Selamat Hari Natal
Inglese: Merry Christmas
Iracheno: Idah Saidan Wa Sanah Jadidah
Irochese: Ojenyunyat Sungwiyadeson honungradon nagwutut. Ojenyunyat osrasay
Islandese: Gledileg Jol
Isola di Man: Nollick ghennal as blein vie noa
Latino: Natale hilare et Annum Faustum!
Latviano: Prieci'gus Ziemsve'tkus un Laimi'gu Jauno Gadu!
Lituano: Linksmu Kaledu
Macedone: Sreken Bozhik
Maltese: LL Milied Lt-tajjeb
Maori: Meri Kirihimete
Navajo: Merry Keshmish
Norvegese: God Jul, or Gledelig Jul
Occitano: Pulit nadal e bona annado
Olandese: Vrolijk Kerstfeest en een Gelukkig Nieuwjaar! oppure Zalig Kerstfeast
Papua Nuova Guinea: Bikpela hamamas blong dispela Krismas na Nupela yia i go long yu
Polacco: Wesolych Swiat Bozego Narodzenia or Boze Narodzenie
Portoghese (Brasile): Boas Festas e Feliz Ano Novo
Portoghese: Feliz Natal
Rapa-Nui (Isola di Pasqua): Mata-Ki-Te-Rangi. Te-Pito-O-Te-Henua
Rumeno: Sarbatori vesele
Russo: Pozdrevlyayu s prazdnikom Rozhdestva is Novim Godom
Samoa: La Maunia Le Kilisimasi Ma Le Tausaga Fou
Sardo: Bonu nadale e prosperu annu nou
Serbo: Hristos se rodi
Slovacco: Sretan Bozic oppure Vesele vianoce
Sloveno: Vesele Bozicne. Screcno Novo Leto
Spagnolo: Feliz Navidad
Svedese: God Jul and (Och) Ett Gott Nytt År
Tailandese: Sawadee Pee Mai
Tedesco: Fröhliche Weihnachten
Turco: Noeliniz Ve Yeni Yiliniz Kutlu Olsun
Ucraino: Srozhdestvom Kristovym
Ungherese: Kellemes Karacsonyi unnepeket
Urdu: Naya Saal Mubarak Ho
Vietnamita: Chung Mung Giang Sinh
Yoruba: E ku odun, e ku iye'dun!

168 - SONO NATO DICE DIO

Sono nato nudo, dice Dio
perchè tu sappia spogliarti di te stesso.
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Sono nato povero
perchè tu possa considerarmi l'unica ricchezza.
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Sono nato in una stalla
perchè tu impari a santificare ogni ambiente.
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Sono nato debole, dice Dio
perchè tu non abbia paura di Me.
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Sono nato per amore
perchè tu non dubiti mai del Mio amore.
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Sono nato di notte
perchè tu creda che posso illuminare qualsiasi realtà.
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Sono nato Persona, dice Dio
perchè tu non abbia mai a vergognarti di essere te stesso.
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Sono nato Uomo
perchè tu possa essere "dio".
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Sono nato perseguitato
perchè tu sappia accettare le difficoltà.
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Sono nato nella semplicità
perchè tu smetta di essere complicato.
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Sono nato nella tua vita, dice Dio,
per portare tutti alla casa del Padre.
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(Lambert Noben)

sabato 19 dicembre 2009

167 - DAL TRONCO DI JESSE

Un germoglio spunterà dal tronco di Jesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. (Is 11,1)
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But a shoot shall sprout from the stump of Jesse, and from his roots a bud shall blossom. (Is 11,1)

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Una rama saldrá del tronco de Jesé, un brote surgirá de sus raíces. (Is. 11,1)

166 - 4^ DOMENICA DI AVVENTO (ANNO C) - 20 Dicembre 2009

+ Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,39-45)
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Parola del Signore
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Commento al Vangelo
Oggi il vangelo ci rivela come si sono realizzati la venuta del Messia e il mistero della redenzione che essa contiene. La persona di Maria, la sua fede, il suo “sì”, la sua maternità, sono le vie scelte da Dio per fare visita ai suoi e portare la salvezza a tutti gli uomini. Il centro dell’avvenimento evangelico di questo giorno si sviluppa, dunque, attorno a Maria: lei è la più profonda e più radicale via dell’Avvento. Si capisce la ragione della visita a sua cugina Elisabetta nel messaggio dell’angelo (Lc 1,36). Ella si dirige rapidamente verso il villaggio in Giudea, perché la grazia ricevuta da sua cugina Elisabetta, che diventerà mamma, la riempie di gioia. Il suo saluto ha un effetto meraviglioso su Elisabetta e sul bambino. Tutti e due si impregnano di Spirito Santo. Elisabetta sente il bambino sussultare dentro di sé, come fece tempo prima Davide davanti all’arca dell’Alleanza, durante il suo viaggio a Gerusalemme (2Sam 6,1-11). Maria è la nuova arca dell’Alleanza, davanti alla quale il bambino esprime la sua gioia. Dal bambino l’azione dello Spirito è trasmessa anche ad Elisabetta, cosa che la conduce a riconoscere la Madre del suo Signore. Sotto l’ispirazione dello Spirito, conosce il mistero del messaggio dell’angelo a sua cugina Maria, e la riconosce “felice” in ragione della fede con la quale ella l’ha ricevuto. La testimonianza di Elisabetta è la più antica testimonianza della venerazione della prima Chiesa per la Madre del Salvatore.
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Preghiera dei fedeli
Come Elisabetta ci stupiamo ancora oggi per il bambino che Maria porta in grembo e ci facciamo testimoni di una gioia incontenibile. Preghiamo insieme e diciamo: Signore rendici degni della tua venuta.
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1. Perché l’incontro tra di noi, come quello tra Maria ed Elisabetta, sia un’occasione di ricordarci che la via principale per capire la grandezza di Dio è la comunione coi nostri fratelli. Preghiamo.
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2. Perché l’arrivo del Natale non ci colga impreparati, ma coscienti del dono che Dio ci fa, sicuramente il più grande che abbiamo mai ricevuto. Preghiamo.
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3. Perché non ci colga la paura o la fatica di metterci in gioco in prima persona, ma i nostri impegni e i nostri sacrifici siano sempre degli atti d’amore. Preghiamo.
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4. Perché siamo sempre capaci di ricordarci che, per quanto possa non essere come vorremmo, questa è la realtà in cui tu hai scelto di incarnarti. Preghiamo.
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O Padre, la tua scelta di farti uomo rimane per noi incomprensibile. Aiutaci, ciononostante, a essere testimoni di questo mistero nel mondo, agendo come autentici figli di Dio. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

domenica 13 dicembre 2009

165 - NON MURI, MA PONTI

Non muri ma ponti ...
A tutti vorrei ancora una volta chiedere di imboccare la strada del perdono e della riconciliazione. (Giovanni Paolo II)

venerdì 11 dicembre 2009

164 - 3^ DOMENICA DI AVVENTO (ANNO C) - GAUDETE - 13 Dicembre 2009

+ Dal Vangelo secondo Luca (Lc 3,10-18)

In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».

Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato».

Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».

Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».

Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.

Parola del Signore

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Introduzione alle letture

Nascosto nel cuore umano c’è un bisogno di salvezza che il profeta Sofonìa mette in luce nella prima lettura. Quelli che interrogano Gesù (Vangelo) chiedendogli che cosa dobbiamo fare, manifestano proprio questo bisogno. La domanda nasce dal desiderio di dare un senso e un orientamento alla vita. Ma è anche una risposta alla rivelazione dell’amore di Dio, cioè della salvezza. E questa salvezza non riguarda solo il futuro celeste ma anche l’oggi della storia: la fede personale. la direzione da dare alla propria esistenza, le scelte, i gesti concreti di carità e di giustizia.

Gesù riconosciuto come Salvatore e accolto dentro le pieghe della vita quotidiana offre, a chi è pronto ad accoglierla, la gioia stessa di Dio. La redenzione, alla quale guardiamo con rinnovata speranza in questo tempo di Avvento, è il dono grande da chiedere con animo umile, consapevoli dei nostri peccati e delle nostre fragilità, ma sempre lieti nel Signore (II lettura), disposti a contemplare l’incarnazione di Gesù, il Messia atteso, gioia del mondo.

lunedì 7 dicembre 2009

163 - IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA - SOLENNITA' - 08 Dicembre 2009

+ Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,26-38)

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».

A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».

Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Parola del Signore

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La Parola pregata.
Dal Vangelo al dialogo con Dio

Vergine Immacolata,

donna colma di gioia,

che cosa c’è di più bello,

di più grande,

di più stupendo

dell’amore di Dio

che ti viene manifestato,

che agisce in te e ti rende

protagonista di una storia santa?

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Vergine Immacolata,

donna limpida e trasparente

alla grazia che ti è donata,

donna fedele all’alleanza,

immune da ogni cattiveria,

che cosa c’è di più luminoso

del tuo sguardo pieno di fiducia,

che accoglie la parola di Dio

con semplicità e gratitudine?

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Vergine Immacolata,

donna pronta e disponibile,

donna saggia e umile,

che cosa c’è di più importante

della volontà di Dio,

che ti chiede di diventare

la madre del suo Figlio?

A lui tu rispondi

con l’obbedienza della fede,

abbandonandoti interamente,

corpo e anima,

forze e sentimenti,

ad un progetto che ti supera

tanto è smisurato ed imprevisto,

ad un disegno che sorpassa

ogni nostra immaginazione.

(Roberto Laurita)

venerdì 4 dicembre 2009

162 - 2^ DOMENICA DI AVVENTO (ANNO C) 06 Dicembre 2009

+ Dal Vangelo secondo Luca

Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell’Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto.

Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaìa:

«Voce di uno che grida nel deserto:

Preparate la via del Signore,

raddrizzate i suoi sentieri!

Ogni burrone sarà riempito,

ogni monte e ogni colle sarà abbassato;

le vie tortuose diverranno diritte

e quelle impervie, spianate.

Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!».

Parola del Signore

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Introduzione alle letture

La liturgia odierna ci invita ad un’illimitata confidenza nel Signore che con noi ripercorre la via del deserto per mostrarsi a Betlemme. Il profeta Baruc (I Lettura) e il Salmo narrano il ritorno degli ebrei dall’esilio. La strada del deserto, percorsa con gli occhi velati dalle lacrime il giorno della loro deportazione in Babilonia (VI sec. a.C.), è ripercorsa ora a ritroso tra canti di esultanza. Dio stesso nel deserto appiana le alture, spiana le valli e livella il terreno. Il deserto diventa così luogo di transito per uscire dalla schiavitù a luogo di redenzione. Anzi si trasforma in foreste ed alberi odoriferi che proteggono i pellegrini dai raggi del sole. Nel Vangelo Giovanni Battista,rifacendosi al profeta Isaia, dipinge l’imminenza della salvezza con l’immagine della strada: nel deserto “preparate la via del Signore”. Bisogna mettersi in cammino sulla via del Signore raddrizzando nei nostri cuori le vie tortuose e spianando le alture della superbia. San Paolo (II Lettura) esorta ad esser pronti per il giorno del Signore, perseverando nel bene e nel discernimento, onde intuire ciò che dobbiamo fare quando egli verrà nel suo Natale.