venerdì 11 dicembre 2009

164 - 3^ DOMENICA DI AVVENTO (ANNO C) - GAUDETE - 13 Dicembre 2009

+ Dal Vangelo secondo Luca (Lc 3,10-18)

In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».

Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato».

Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».

Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».

Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.

Parola del Signore

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Introduzione alle letture

Nascosto nel cuore umano c’è un bisogno di salvezza che il profeta Sofonìa mette in luce nella prima lettura. Quelli che interrogano Gesù (Vangelo) chiedendogli che cosa dobbiamo fare, manifestano proprio questo bisogno. La domanda nasce dal desiderio di dare un senso e un orientamento alla vita. Ma è anche una risposta alla rivelazione dell’amore di Dio, cioè della salvezza. E questa salvezza non riguarda solo il futuro celeste ma anche l’oggi della storia: la fede personale. la direzione da dare alla propria esistenza, le scelte, i gesti concreti di carità e di giustizia.

Gesù riconosciuto come Salvatore e accolto dentro le pieghe della vita quotidiana offre, a chi è pronto ad accoglierla, la gioia stessa di Dio. La redenzione, alla quale guardiamo con rinnovata speranza in questo tempo di Avvento, è il dono grande da chiedere con animo umile, consapevoli dei nostri peccati e delle nostre fragilità, ma sempre lieti nel Signore (II lettura), disposti a contemplare l’incarnazione di Gesù, il Messia atteso, gioia del mondo.

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