sabato 30 gennaio 2010

187 - 4^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C) - 30 Gennaio 2010

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 4,21-30)
In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
Parola del Signore
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Commento alle letture
Il vangelo di oggi descrive diverse reazioni nei confronti di Gesù che, nella sinagoga di Nazareth, si è manifestato come colui nel quale trovano compimento le Scritture. Lo stupore lascia presto spazio allo scetticismo e all’ostilità. Così erano stati trattati anche i profeti. Come allora, anche oggi di fronte a lui e ai suoi discepoli a volte la reazione è violenta, è reazione di rifiuto. L’annuncio della liberazione che viene da Dio può scomodare molti.
Anche Geremia ha conosciuto il costo della fedeltà alla sua missione di profeta: nella prima lettura la scelta di Geremia incontra contrarietà e persecuzioni. Ma essa va di pari passo con la garanzia del sostegno e della vicinanza da parte di Dio, senza il quale non avrebbe avuto la forza di continuare.
Nella seconda lettura, alla comunità di Corinto, in cui alcuni sembrano aspirare a dei ruoli per mettere in mostra se stessi, Paolo indica la strada dell’amore: solo così il cristiano si pone nella linea del profeta che diventa segno di Dio in mezzo ai suoi.

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