sabato 11 luglio 2009

93 - 15^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - 12 Luglio 2009

+ Dal Vangelo secondo Marco (6, 7-13)
In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
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Presentazione alle letture
La missione è come creare un ponte tra Gesù e le persone. Il missionario — potremmo dire ogni cristiano — trasmette agli altri la sua esperienza, così da favorire un incontro diretto tra la persona e Gesù stesso. Nessuno si arroga tale impegnativa missione: sarebbe vuota presunzione. Occorre essere chiamati e inviati, come i discepoli. Nello stesso tempo non si possono accampare scuse rinunciatarie o colpevoli dilazioni.
Gesù invia i Dodici in missione, conferendo i suoi poteri e fornendo regole precise di comportamento e lo stile dell’annuncio (vangelo). Non sono rari i casi in cui la missione risulta difficile e scomoda. Come Amos insegna, occorre seguire i sentieri divini, anche se impervi. Ne viene un vantaggio per gli altri e, per noi stessi, la realizzazione della nostra vita (prima lettura). Un compito, non secondario della missione, è quello di alimentare la coscienza della nostra dignità di uomini e di credeti, così da gioirne, renderne gloria a Dio e farne propaganda (seconda lettura).
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