sabato 7 novembre 2009

150 - 32^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - 09 Novembre 2009

+ Dal Vangelo secondo Marco (12,38-44)
In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa». Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere». Parola del Signore.
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Commento
La liturgia di oggi ci invita a riflettere sul significato del dono: al centro delle letture c’è la figura della vedova che nel mondo biblico è l’immagine stessa della debolezza, della fragilità. Una donna rimasta vedova era in balìa del più forte, senza difese, esposta ai soprusi. Ora è proprio questa figura che diventa il simbolo di colui che veramente sa donare, perché non regala quello che ha, ma quello che è.
La contrapposizione “poveri-ricchi” non sta tanto fra chi ha dei beni e chi non ne ha, ma fra chi confida in questi beni e si sente autosufficiente, e chi nella sua debolezza accetta di condividere con gli altri quello che ha e che è. La vedova osa il rischio di questo dono perché sa in Chi ha posto la sua fiducia. Il cristiano osa condividere perché l’annuncio della Provvidenza fa parte della sua speranza.
Ciò che spesso ci colpisce è il nascondimento del gesto di generosità della vedova: ella non ostenta il bene che fa perché per lei non è importante l’approvazione della gente ma l’amore in cui vive. Nel suo gesto furtivo ricordiamo le parole di san Bernardo: «L’amore basta all’amore. L’amore ha in sé la sua ricompensa».

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