lunedì 29 giugno 2009

90 - LA VITA E' UNA DANZA

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sabato 27 giugno 2009

89 - 13^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - 28 Giugno 2009

+Dal Vangelo secondo Marco - Forma breve (Mc 5, 21-24.35b-43)
In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.Dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.
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Presentazione alle letture
Il tema del vangelo potrebbe essere la fede, che è la capacità di dare credito incondizionato alla persona di Gesù. Analizzato più da vicino, il tema è la celebrazione del Signore della vita che chiama gli uomini ad una pienezza,
quella che fa star bene il corpo (salute) e lo spirito (fede e amore). Dio è Signore e datore di una vita destinata a superare la barriera del tempo. Se c’è la morte, la si deve all’opera negativa del diavolo (prima lettura). Con la partecipazione fattiva, per risolvere un problema di indigenza economica, Paolo intende sottolineare il valore della solidarietà, che è pure una forma di vita. La colletta costituisce un elemento di unità tra le due chiese, quella di origine giudaica e quella di origine pagana, che si trovano unite nell’unico Signore (seconda lettura).
Gesù, aiutando persone bisognose, è stato l’epifania dell’amore del Padre.
Il nostro aiuto concreto agli altri diventa il segno visibile che apparteniamo al Dio amore. Lui è la vita che scorgiamo nel fratello che ci sta accanto. Lo ricorda il monaco Silvano del Monte Athos: «Mio fratello è la mia vita». E così anche l’esistenza quotidiana si tinge di vita, quella vera, fatta di amore e di interessamento per l’altro.
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giovedì 25 giugno 2009

88 - LA VITA E' UN SOFFIO

L'uomo è come un soffio, i suoi giorni come ombra che passa.
(Sal 144,4)
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El hombre es como un soplo, sus días como la sombra que pasa. (Sal. 144,4)
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87 - AMICIZIA

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lunedì 22 giugno 2009

86 - IL MIO AIUTO VIENE DAL SIGNORE

Alzo gli occhi verso i monti: da dove mi verrà l'aiuto? Il mio aiuto viene dal Signore che ha fatto cielo e terra. (Sal 120)
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Dirijo la mirada hacia los montes: ¿de dónde me llegará ayuda? Mi socorro me viene del Señor, que hizo el cielo y la tierra. (Sal. 120)
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sabato 20 giugno 2009

85 - 12^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - 21 Giugno 2009

+ Dal Vangelo secondo Marco (4,35-41)

In quel giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».
Parola del Signore

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Presentazione alle letture
La paura è una brutta compagna. Anche nelle migliori ipotesi, che cioè nessuno ci abbia mai fatto paura, ce la troviamo addosso come una triste eredità. Può essere la paura del buio o del domani, il timore di qualche nemico o di una malattia, qualcosa comunque che viene o turbare la nostra serenità, impedendoci la realizzazione della felicità.
Un giorno, sul lago di Tiberiade, anche i discepoli di Gesù provarono una grande paura. Benché pescatori provetti e abituati ai capricci della natura, la bufera dovette essere di proporzioni gigantesche, se la loro barca rischiava di inabissarsi. Fortunatamente con loro c’era Gesù. Il suo intervento riporta serenità, dapprima nei loro cuori, e poi sul lago agitato. Il brano vale come esempio e come monito a cacciare le nostre paure, anche quelle fondate, perché il Signore Gesù è forte, capace di ridimensionare, fino ad eliminare qualsiasi ostacolo. Con Lui non c’è nulla da temere (vangelo). La risposta di Dio a Giobbe lascia intendere che affidarsi a Lui è garanzia contro qualsiasi timore. Il mare vasto non deve incutere paura perché esso appartiene a Dio, suo creatore e governatore (prima lettura). La stessa morte, tanto terrificante agli occhi dell’uomo che si vede strappare la vita, rientra nell’alveo di una serena accettazione, grazie a Cristo che l’ha vinta con la sua risurrezione (seconda lettura).

84 - UN AMORE GRANDE LIBERA DALLA PAURA

Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?» (Mc 4, 39)

El entonces se despertó. Se encaró con el viento y dijo al mar: «Cállate, cálmate.» El viento se apaciguó y siguió una gran calma. Después les dijo: «¿Por qué son tan miedosos? ¿Todavía no tienen fe?» (Mc 4, 39)
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giovedì 18 giugno 2009

83 - SACRATISSIMO CUORE DI GESU' - 19 Giugno 2009 (Solennità)

Il Cuore di Cristo fonte di salvezza.
Innalzato sulla croce, nel suo amore senza limiti donò la vita per noi, e dalla ferita del suo fianco effuse sangue e acqua, simbolo dei sacramenti della Chiesa, perché tutti gli uomini, attirati al Cuore del Salvatore, attingessero con gioia alla fonte perenne della salvezza.
(Dal Prefazio)
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Preghiamo
Padre di infinita bontà e tenerezza, che mai ti stanchi di sostenere i tuoi figli e di nutrirli con la tua mano, donaci di attingere dal Cuore di Cristo trafitto sulla croce la sublime conoscenza del tuo amore, perché rinnovati con la forza dello Spirito portiamo a tutti gli uomini le ricchezze della redenzione. Per Cristo nostro Signore. Amen

mercoledì 17 giugno 2009

82 - SIGNORE MIA ROCCIA E MIA FORTEZZA

Ti amo Signore, mia forza, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore, mio Dio, mia rupe in cui trovo riparo. (Sal 17)
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Yo te amo, Señor, mi fuerza, El Señor es mi roca y mi fortaleza; es mi libertador y es mi Dios, es la roca que me da seguridad; es mi escudo y me da la victoria. (Sal.17)

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sabato 13 giugno 2009

81 - CORPUS DOMINI - 14 Giugno 2009

+ Dal Vangelo secondo Marco (Mc 14,12-16.22-26)
Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua. Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio». Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.
Parola del Signore
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Presentazione alle letture
Il cristianesimo possiede, tra le sue innumerevoli originalità, quella di una così intima partecipazione dell’uomo alla divinità, da creare una fusione senza confusione. A tale scopo mira principalmente l’eucaristia. Scrive san Tommaso: "L’effetto proprio dell'eucaristia è la trasformazione dell’uomo in Dio", quindi la sua divinizzazione. Difficilmente l'uomo potrebbe ambire a traguardo più alto.
Nella medesima scia, il concilio Vaticano II utilizza una frase di san Leone Magno: "La partecipazione al corpo e al sangue di Cristo altro non fa, se non che ci mutiamo in ciò che prendiamo". E santa Teresa di Gesù Bambino: "‘Il mio cielo’ è nascosto nella particola dove Gesù, il mio sposo, si vela per amore... Quale divino istante quando, o Beneamato, nella tua tenerezza vieni a trasformarmi in te! Questa unione d’amore ed ineffabile ebbrezza, ‘ecco il cielo ch’è mio’!".
Nell’ultima Cena Gesù vive e anticipa il mistero pasquale di morte e di risurrezione. Tale punto di riferimento non può essere considerato a sé stante e merita di essere collocato nel contesto di tutta la vita di Gesù e, più ancora, nel contesto di tutta la storia di salvezza. Quanto Gesù vive in quell’ora si pone nella traiettoria della storia precedente: l'antica alleanza ha compiuto una funzione di preparazione; ora ha esaurito il suo compito e cede il passo alla nuova alleanza. Da qui l’evidente collegamento tra vangelo (istituzione dell’eucaristia), prima lettura (antica alleanza) e seconda lettura (Gesù sommo sacerdote della nuova alleanza).
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mercoledì 10 giugno 2009

80 - SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI GESU'

Io sono il pane vivo disceso dal cielo, dice il Signore; chi mangia di questo pane vivrà in eterno. (Gv 6,51)
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Yo soy el pan vivo que ha bajado del cielo. El que coma de este pan vivirá para siempre. (Jn 6,51)
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PANE SPEZZATO, SANGUE VERSATO

«L’istituzione dell’Eucaristia nasconde un profondo mistero che trascende la nostra capacità di comprensione e le nostre categorie. È il mistero della fede per eccellenza. La Chiesa se ne nutre continuamente perché vi riceve la sua vita e la sua ragion d’essere».

«L’Eucaristia ha il potere di risvegliare alla speranza della vita eterna coloro che sono tentati dalla disperazione. Essa apre alla condivisione quanti sono tentati di chiudere le mani. Essa mette al primo posto non la divisione ma la riconciliazione. Essa pone la vita e la dignità umana al centro dell’impegno della fede».

«Ciò che il Salvatore istituì la notte in cui fu tradito, è il dono di se stesso, spinto dal suo amore estremo. L’istituzione della santa Eucaristia è il dono dell’Amore in Persona, è Dio stesso che si dona nel sacramento della Pasqua di Cristo».
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domenica 7 giugno 2009

79 - GLORIA AL PADRE, AL FIGLIO E ALLO SPIRITO SANTO

DIO E' AMORE!

DIOS ES AMOR!

Solennità della Santissima Trinità - 7 giugno 2009
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venerdì 5 giugno 2009

78 - SANTISSIMA TRINITA' 07 Giugno 2009

+ Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 28,16-20)
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
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Presentazione alle letture
Il termine ‘Trinità’ fu coniato da Tertulliano (160-220 dC.) per facilitare la comunicazione del concetto che altrimenti richiedeva più parole: ‘tre’ + ‘unità’ = trinità. Sebbene tale parola non compaia mai nella Bibbia, troviamo però il contenuto che va delineandosi progressivamente fino a raggiungere una essenziale chiarezza: un unico Dio in tre persone uguali e distinte, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.
Il cammino della rivelazione è distribuito nel tempo e segue la legge pedagogica dell’insegnamento progressivo. Dapprima Dio chiama il popolo ebraico a percepire l’esistenza di un unico Dio, trascendente, con esigenze morali che prendevano il nome di santità. Con questo popolo stringe un’alleanza che ha, tra l’altro, il compito di salvaguardare l’unicità di Dio in mezzo a popoli politeisti (prima lettura).
Con il Nuovo Testamento i tempi sono maturi per la rivelazione piena. Sarà Gesù che, convalidando l’idea del monoteismo, fa capire che tale unicità viene dalla comunione di Padre, Figlio e Spirito Santo. Così la Trinità diventa il patrimonio teologico e spirituale dell’uomo che riceve il battesimo ed entra nella comunità cristiana (vangelo).
Affermare il dato biblico della Trinità non significa penetrarne il mistero, che rimane superiore alla nostra intelligenza. Perché allora Dio ci rivela qualcosa che noi non possiamo capire? Perché non si tratta di capire, ma di vivere nella Trinità (seconda lettura).
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giovedì 4 giugno 2009

77 - SALMO 8

SALMO 8

O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome
su tutta la terra: sopra i cieli si innalza la tua magnificenza.

Con la bocca dei bimbi e dei lattanti affermi la tua
potenza contro i tuoi avversari,
per ridurre al silenzio nemici e ribelli.

Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita, la luna e
le stelle che tu hai fissate,
che cosa è l'uomo
perché te ne ricordi e il figlio dell'uomo perché te ne curi?

Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli, di gloria
e di onore lo hai coronato:
gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi;

tutti i greggi e gli armenti, tutte le bestie della campagna;
gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
che percorrono le vie del mare.

O Signore, nostro Dio, quanto è grande
il tuo nome su tutta la terra.
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Commento

C'è chi contempla le stelle, la luna e gli astri solo per programmare meglio i tempi delle semine e dei raccolti o per leggervi il proprio oroscopo; ma c'è anche chi, adagiato sull'erba di un prato di montagna, in una limpida notte d'estate, si lascia incantare dall'armonia del firmamento e non sa coglierne il messaggio di amore che Dio gli invia. I cieli non sono solo degli spazi infiniti e misteriosi e le stelle non sono solo dei corpi celesti regolati in una stupenda armonia: sono il segno di una cura infinita che "Qualcuno" ha per l'uomo.
Il salmo 8 è opera di un saggio dell'antico Oriente che, osservando gli spazi sconfinati del cielo, rimane stupito di fronte alla bellezza e alla grandezza dell'universo, ma, più ancora, dal fatto che tutto sia posto nelle mani di un essere piccolo piccolo: l'uomo. Allora si chiede: "Perchè il Signore si china su di lui? Perchè lo considera più prezioso di tutto il resto del creato?"
In questa fragile creatura si cela qualcosa di immensamente grande: la somiglianza con Dio.
Quando abbiamo l'impressione di non contare più nulla ai nostri occhi e a quelli degli altri, questo salmo ci ricorda l'immenso valore che abbiamo agli occhi di Dio. Anche colui che appare come il più miserabile degli uomini, persino il peggior criminale, in realtà è "poco meno degli angeli".

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martedì 2 giugno 2009

76 - LA VITA E' GIOIA

La vita è gioia, è un inno, cantalo!
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