sabato 21 febbraio 2009

30 - VII DOMENICA ORDINARIA 22.02.2009

La Parola pregata.
Dal Vangelo al dialogo con Dio.

Le sue gambe sono diventate inutili,
non gli consentono più di muoversi,
di camminare, di andare dove vuole.
È immobilizzato, costretto per sempre
a rimanere steso su una barella.
Questo è quello che appare
agli occhi di tutti, Gesù…
Ma tu vedi anche qualcos’altro.
Tu riconosci un carico pesante
che blocca la sua anima.
Vedi un’altra paralisi, quella
che si è impossessata del suo cuore.
Ma qual è il peggiore dei due mali?
È dal pericolo più urgente e più grave
che va subito liberato quell’uomo.
Tu, Gesù, medico celeste, intervieni:
a costo di andar incontro
allo scandalo dei benpensanti,
correndo il rischio di tirarti addosso
l’accusa di essere un bestemmiatore.
Sì, perché colui che sta davanti a te
non è un estraneo, ma un ‘figlio’.
Un figlio che da anni sta soffrendo
e attende di essere liberato dentro.
Un figlio da rimettere in piedi
perché ritrovi la pace e la gioia.
Un figlio che ha anche bisogno
di un paio di buone gambe
per continuare la sua strada,
la strada della vita,
la strada che porta a Dio.

(Roberto Laurita)

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