sabato 14 febbraio 2009

26 - VI DOMENICA ORDINARIA 15.02.2009

La Parola pregata.
Dal Vangelo al dialogo con Dio.
Ogni malattia, Gesù, non tocca solo il corpo.
Tocca anche le profondità dell’anima
e costituisce un tempo di prova.
Fa entrare nelle regioni oscure
del dubbio e dell’abbattimento,
della solitudine e della ribellione,
della tristezza e dello sfinimento.
Così tante volte siamo tentati di arrenderci,
di gettare la spugna, di lasciarci andare.
Ai tuoi tempi la lebbra era per tanti motivi
una disgrazia che suscitava terrore.
Mentre il corpo veniva deturpato in modo inesorabile,
si veniva allontanati dal villaggio e dalla famiglia,
si veniva privati, proprio nel momento del bisogno,
della compagnia che dà un sostegno indispensabile.
Quanta tenerezza, quanta compassione,
nel gesto delicato – ma pericoloso –
con cui guarisci quell’uomo, o Gesù,
che era stato colpito dalla lebbra!
Quanta gioia, quanta gratitudine
in colui che è stato restituito
alla salute e alla sua gente,
riportato alla vita!
Libera anche me, Signore,
da ogni lebbra che deturpa
e abbrutisce il cuore,
da ogni morbo contagioso
che rovina l’esistenza!
Nella malattia fammi sentire e accogliere
la tua compagnia piena di sollecitudine.
Contàgiami del tuo amore che salva
!
(Roberto Laurita)
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